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Tanya. La mia storia. 10


di Membro VIP di Annunci69.it tanyacd
05.03.2025    |    539    |    0 8.5
"“Se lo vuoi, dovrai meritartelo..."
Tanya. La mia storia. 10
Passa qualche giorno e, fortunatamente, scompaiono anche i segni di quella serata terribile in spiaggia. Ma, come tutte le cose belle, qualcosa mi riporta con i piedi per terra.
Una telefonata da casa interrompe la vacanza: il babbo non si sente bene. Io ed Elisa torniamo subito.
Le notizie non sono buone. Il babbo ha forti dolori di stomaco e servono accertamenti. Accertamenti che, purtroppo, ci porteranno a una verità che nessuno vorrebbe mai sentire. Un tumore.
I mesi a seguire sono un vortice di analisi, esami e viaggi a Roma, fino all’operazione che porterà all’asportazione totale dello stomaco. Nel frattempo, riprendo la scuola, ma la mia mente è altrove. Il rendimento scolastico precipita.

Nonostante la comprensione dei docenti, chiudo il primo quadrimestre con un disastro totale. L’aria di casa è pesante, e anche la mia femminilità sembra chiusa a doppia mandata in un baule. Nonostante il supporto di Elisa, Maddy e dei miei parenti, il mio stato d’animo è sotto terra.
A Natale, il babbo torna a casa, ma per lui e per noi il ritorno alla normalità è un’impresa. La sua dieta si riduce a integratori alimentari liquidi, e a volte mi vergogno di mangiare accanto a lui, perché è evidente che quelle sostanze hanno il sapore di pura sopravvivenza. I medici dicono che potrà tornare a una quasi normalità con il cibo, ma ci vorrà molto tempo. Sono periodi davvero bui.
Un giorno, il mio docente di elettronica mi prende da parte e mi dice chiaramente che il mio scarso rendimento non aiuta la situazione. Vuole evitare che il primo quadrimestre si ripeta e organizza un supporto con i miei compagni per farmi recuperare. Anche Elisa, nei weekend, mi sprona a reagire. I risultati non tardano ad arrivare: in pochi mesi torno ai livelli di un tempo.
Nonostante la situazione in casa, i miei genitori insistono affinché festeggi il mio diciottesimo compleanno come avevo sempre sognato.

Elisa si trasferisce da me per aiutarmi a organizzare la festa.
Stranamente, vedo il babbo migliorato anche dal punto di vista emotivo: partecipa ai preparativi, controlla che tutto sia perfetto. È il regalo più bello.
La festa si svolge nel garage di casa, trasformato in un locale accogliente grazie all’aiuto di amici e parenti. Fausto, con la sua generosità, si occupa del catering e della musica. Un DJ con tutta la strumentazione arriva direttamente da Roma. Si prospetta una festa indimenticabile.
Manca poco all’inizio. Elisa mi trascina in camera: vuole occuparsi del mio look. Chiudiamo la porta a chiave. Quando sono completamente nuda, tira fuori un pacchettino dalla borsa: dentro ci sono delle culotte in pizzo nero.
“Questa sera anche la mia Tanya deve festeggiare,” sussurra. “Indosserai solo queste come parte femminile.”
Le indosso, ci baciamo con passione. Dopo aver messo un completo nero con un maglioncino dolcevita bianco, sono pronta. Elisa mi butta fuori dalla stanza, chiudendosi dentro. Non vuole farmi vedere il suo vestito. Ma non è quello che fanno le spose?
La casa si riempie di parenti e amici, e per una sera tutto ciò che è successo sembra solo un vago ricordo. Niente lacrime, solo sorrisi. Mia madre, incredibilmente, sembra un’altra persona. Per una notte, si trasforma nella madre affettuosa che ho sempre desiderato.
Mentre mi muovo tra gli ospiti, vedo Maddy arrivare con una sorpresa inaspettata: Paola. Non avrei mai immaginato di rivederla, ma la sua presenza mi riempie di gioia.
Il parcheggio è strapieno di auto. Esco sul balcone per fumare una sigaretta. L’aria di marzo è fresca ma piacevole. Guardo il panorama, tiro una boccata di fumo, ma non riesco a trattenere le lacrime.
Maddy mi raggiunge e mi abbraccia. Scoppio a piangere.
“Tanya, devi essere forte.”
“Maddy, lo so… ma per quanto ancora? Lo vedo migliorare un pochino, ma ho paura di perderlo.”
“Tranquilla, cucciola, non lo perderai. Ma ora devi farti vedere forte, come lui sta facendo con te. Se ti abbatti, ne soffrirà. Stasera è la tua festa, e lui vuole che tu te la goda. Ora, asciugati le lacrime e sorridi.”
Qualche minuto dopo rientro in casa, nascondendo il mio pianto.

La festa ha inizio. Il buffet è sontuoso. Mia madre si chiede come sia stato possibile permettersi tutto ciò, e Maddy le racconta che Fausto me lo ha regalato per avergli risolto un problema elettrico in estate.
La musica è travolgente. Anni ’80, la mia preferita: Queen, Paul Young, Culture Club. Poi, le luci si abbassano. Parte Total Eclipse of the Heart di Bonnie Tyler. Elisa mi prende per mano. Balliamo, solo noi due, mentre tutti gli altri si stringono attorno guardandoci. Lei è splendida nel suo tubino nero di pelle, gli stivali al ginocchio, i capelli raccolti in uno chignon perfetto. La mia Elisa.
Crollo. Mi appoggio alla sua spalla e piango ancora, senza riuscire a fermarmi. Gli altri, uno dopo l’altro, si uniscono al nostro ballo.
La festa prosegue fino a tarda notte. Verso le tre, gli ospiti se ne vanno. È stata una serata perfetta.
Ma Elisa ha ancora una sorpresa.
“Che ne dici se andiamo al mare ad aspettare l’alba?”
“Mi piace l’idea.”
Ci dirigiamo a Terracina, verso il Tempio di Giove. Un luogo magico, con la vista che spazia fino al Circeo. Dopo le solite raccomandazioni, partiamo.
Poco prima di arrivare, Elisa devia verso un hotel. La scusa dell’alba era solo un diversivo.
Entriamo. È tutto già prenotato.
Appena la porta si chiude alle nostre spalle, ci avvinghiamo l’una all’altra. I vestiti cadono sul pavimento, lasciando dietro di noi una scia di stoffa e desiderio.
Quella notte non fu solo un’attesa dell’alba. Fu l’alba di qualcosa di nuovo, di nostro.

I nostri corpi di avvinghiano nuovamente i nostri respiri diventano lunghi e profondi. La passione è infuocata.
Elisa mi fa stendere e monta a cavalcioni su di me bloccandomi i polsi con le sue mani.
Le sue labbra arrivano ovunque alternando baci, leccate e piccoli morsi che mi provocano dei piaceri immensi.
Non mi da possibilità di muovermi. La sua forza è inaudita.
Quando le nostre bocche si incontrano, dentro di loro le lingue impazziscono nel cercarsi una con l’altra.
Sento che dove è seduta sul mio ventre i suoi umori sono copiosi. Il mio clito è di marmo e lo sento dolorante.
Come un fulmine mi lascia un polso lo prende con la mano e se lo indirizza nella sua figa impalandocisi.
Lo sento entrare dentro di lei. La sua figa bollente e fradicia.
Sento i suoi muscoli stringersi addosso al mio clito come se lo volesse strizzare all’inverosimile. La testa all’indietro. La schiena inarcata.
Si sta godendo il mio clito dentro di lei, mentre per me questa sensazione nuova mi manda in estasi.
Il suo corpo e’ immobile. Sento solo i suoi muscoli interni massaggiarmi. Si china su di me e con estrema dolcezza torna a baciarmi. Comincio a muovere il bacino verso di lei in maniera lenta fino in fondo. Ogni affondo crea un gemito sempre più forte in lei. Aumento il ritmo dando colpi più decisi. Le mie mani sempre bloccate dalle sue. Affondo ancora più decisa fino a che entrambe non esplodiamo in un urlo.
Le riverso dentro una marea di sborra mentre dalla sua figa sento colare un fiume in piena dei nostri umori.
Rimango dentro di lei mentre continua a massaggiarmi il clito con i suoi muscoli.
Rimango stordita dall’orgasmo appena avuto, immenso e potente.
Elisa si stende di fianco a me guardandoci negli occhi.
Non faccio altro che accarezzarle il viso dandole baci su quelle labbra vellutate.
Da quando siamo entrate nella stanza, non ci siamo dette neanche una parola.
Mentre ci guardiamo negli occhi, la sua mano percorre il mio corpo fino a prendere nuovamente il mio clito già tornato duro.
Incurante del suo gesto, stavolta sono io a prendere l’iniziativa.
Le mie labbra esplorano il suo corpo fino a giungere sul suo seno. I suoi capezzoli duri e retti. Li bacio e li mordo. I miei morsi che da leggeri diventano più serrati la fanno mugolare.
La mia mano si insinua tra le sue cosce fradicie dei nostri umori. Le dischiude.
Con le labbra raggiungo il suo monte di venere che esploro con la punta della lingua fino a scendere nel solco della sua fessura.
Gli apro le gambe in maniera oscena fino a trovarmi lei che si apre con le sue mani a mostrarmi la sua figa completamente aperta.
La mia bocca si poggia su di lei e la mia lingua percorre tutta la fessura lentamente. Il sapore dei nostri umori mescolati mi inebria.
Il suo clitoride gonfio e duro sparisce tra le mie labbra mentre due con due dita la penetro.
Serro le mie labbra e lo solletico lentamente con la lingua. Le mie dita si muovono dentro di lei lente e profonde. Elisa è nuovamente in preda al piacere puro. I suoi respiri e i suoi gemiti sono sempre più forti.
Con i denti serro ancora di più il suo clitoride che Elisa esplode in un orgasmo inondandomi il viso con i suoi umori. Le mie dita dentro di lei continuo a muoverle in maniera forsennata fino a quando il suo corpo si lascia andare fradicio di sudore sul letto.
Una accanto all’altra ci teniamo la mano.
Elisa si gira verso di me guardandomi negli occhi.
Ci abbracciamo per poi cadere nel sonno.

La luce del giorno filtra attraverso le tapparelle e mi sveglio, mentre Elisa dorme ancora tra le mie braccia.
Forse per via del mio movimento vedo che anche lei apre gli occhi a fatica.
“ Buongiorno Amore.” Le dico.
Con la voce impastata dal sono mi risponde “ Anche a te amore mio. Che ore sono?”

“ A detta dell’orologio sono le nove e mezza.”
“ Che palle, non vorrei mai alzarmi da questo letto.”
“ Quindi fammi capire. La stanza qui era già prenotata e la scusa del Tempio di Giove e le altre cavolate varie…”
Elisa Torna a cavalcioni su di me con un sorriso beffardo.
“ Dimmi che non ti è piaciuta la sorpresa e giuro che dal Tempio di Giove ti ci butto!”
“ Volendo mentire non ci riuscirei.”
“ Fallo e ti uccido con le mie mani”
Elisa nuovamente si impala sul mio clito. Stavolta è lei a muoversi. Le mie mani sono libere di esplorare il suo corpo mentre si muove su di me fissandomi negli occhi.
La sua intimità mi avvolge, stringendomi in un calore umido e vibrante. Si muove lenta, lasciandosi cullare dal mio tocco, mentre i suoi muscoli si contraggono intorno a me. Poi si china su di me, le labbra vicine, il respiro caldo sulla mia pelle. Ricomincio a muovermi, lenta all’inizio, poi più decisa. Ogni affondo si accompagna ai suoi gemiti, ogni movimento la accende di più. Quando il ritmo si fa incalzante, entrambe ci lasciamo andare, un’esplosione che ci travolge, un urlo soffocato tra i nostri baci. La sento tremare, il suo corpo si riversa su di me, fradicio di piacere.
Restiamo abbracciate, i cuori ancora impazziti, i corpi intrecciati. Elisa mi guarda, il viso illuminato dal piacere, e con un filo di voce sussurra:
“Ti amo.”
I suoi occhi brillano di lacrime. L’emozione mi stringe la gola. La stringo forte a me e, senza bisogno di rispondere, la bacio con tutta la dolcezza che ho.
Rimaniamo tutta la mattina a fare l’amore in camera.
Dal telefono chiamiamo casa per dire che saremmo rientrate dopo pranzo.
Dopo esserci fatte la doccia insieme e esserci rivestite, lasciamo l’albergo. Prima di tornare a casa ci fermiamo in un ristorante dove l’entrata di Elisa attira molti sguardi.
Ancora indossa l’abito della serata e vedere una bella ragazza con tubino in pelle e stivali. Ci sta.

Elisa attira gli sguardi di tutti appena entra. Ancora indossa il tubino nero e gli stivali della sera prima.
Il cameriere che prende le ordinazioni è visibilmente in imbarazzo, il che mi fa sorridere.
Tra un boccone e l’altro, Elisa mi fissa con occhi scintillanti.
“Tany, amore, ti è piaciuto il regalo di Paola?”
Abbasso lo sguardo sulla collanina d’oro che mi ha donato la sera prima. Il ciondolo è particolare: un cerchio con tre punti racchiusi tra una specie di ali stilizzate.
“Sì, è molto bello. Ma non capisco il simbolo...”
Elisa sorride misteriosa.
“Te lo spiegherò quando verrai a Roma.”
“Spero di venire su la settimana prossima. A scuola non ho interrogazioni o compiti in classe, quindi posso fermarmi qualche giorno.”
“Bene, perché un altro regalo ti aspetta.”
“La famosa stanza?”
“Anche. Ma non solo.”
La guardo curiosa.
“Cosa, allora?”
“Curiosona, aspetta e vedrai.”
"A proposito, amore... di Franco si sa qualcosa?"
"Sembra sparito nel nulla."
"Cioè? Fausto lo ha fatto fuori?"
"No, credo che gli abbia tolto tutto: macchina, soldi... Ma da quello che so, nemmeno mamma lo ha più visto. E comunque sei proprio una stronza, sai?”
Guardo Elisa incredula.
“ Perché sarei stronza?”
“Perché non mi hai detto se il vestito che ho messo per la tua festa ti è piaciuto o meno.”
“ E c’è da chiederlo? Lo sai bene che per me sei sempre splendida. Poi vestita con quello che mi incollerei sulla pelle a vita…”
“ Ah si? Se vorrai provarlo. Dovrai meritartelo”

Elisa solleva la gamba e la fa scivolare lentamente tra le mie sotto il tavolo. So esattamente cosa sta facendo. Sa che gli stivali mi fanno impazzire.
“E quindi?” la provoco.
Mi fissa con aria maliziosa, poi solleva leggermente il mento.
“Se lo vuoi, dovrai meritartelo.”
Le accarezzo la gamba e, senza distogliere lo sguardo, sorrido.
“E se iniziassi a guadagnarmelo proprio ora?”
“ Ti farei fare di peggio se fossimo da sole, ma per ora… mi va bene così”
Il cameriere vedendo la scena cambia colore del viso ogni tre secondi e per poco non ci fa cadere addosso il cibo.
Accarezzare lo stivale di Elisa mi ha portato un’eccitazione rapida.
“ Pagherei oro per averli io indossati ora.”
“ Lo so stronzetta, peccato che a te entrano quelli di Mamma e non i miei. Altrimenti già saresti vestita come me.”
Finito di mangiare torniamo a casa.
Maddy era ancora a casa e ci aspettava per poter tornare a Roma con Paola.
Dopo esserci cambiate e messe le tute da ginnastica, Ci siamo messi tutti a guardare i regali ricevuti.
Un bel gruzzolo di soldi che subito avrei messo da parte.
Poi qualche orologio, penne e addirittura una bella macchina fotografica reflex della Pentax con un grandangolo e teleobiettivo. Un regalo fatto dai fratelli di mia madre insieme, meno che la stronza che non ha osato neanche spiare da dietro la finestra.
Babbo lo vedo un po’ stanco ma il suo umore pare buono.
Il Garage dove era stata fatta la festa è stato ripulito a fondo come se nulla fosse accaduto.
Arriva il momento in cui Maddy e Paola partono per Roma.
Con Elisa scendo ad accompagnarle.
Paola si trattiene con Elisa. Maddy mi abbraccia forte.
“ Stanotte so che cosa è successo tra voi. Da adesso in poi ti piacerà sempre di più. Sai che in settimana ti aspettano altre sorprese. Spero solo che possano piacerti una più dell’altra.”
“ Maddy, tutto questo lo devo a te.”
“ No Tanya. Tutto questo è merito tuo. Tu sei speciale. Il resto è venuto da se. Guarda Elisa. Non l’ho mai vista così felice.”
“ Elisa mi ha cambiato la vita. In tutti i sensi. La amo davvero in una maniera che non so descrivere.”
“ Continua ad amarla così. Tu sei tutto per lei.”
“ Lo farò Maddy.”
Paola mi si avvicina e a differenza di Maddy, il suo abbraccio mi stritola.”
“ Tanya. Noi ci siamo già capite” Mi dice guardando Elisa.
“ Ma da oggi hai una zia in più che ti guarderà le spalle più di quelle due messe insieme. Chi ti tocca, Muore! Spero che il mio regalo ti sia piaciuto”
“ Si Paola, anche se non so cosa vuol dire quel simbolo.”
“ Lo scoprirai questo fine settimana cucciola.”
Le due donne, salgono in macchina e partono.

Il giovedì pomeriggio Elisa è davanti scuola pronta a partire per Roma.
Arriviamo nel primo pomeriggio e notiamo dalle facce di Maddy e Paola che avevano appena terminato qualche maratona passionale.
Neanche il tempo di entrare in camera che ne esco poco dopo truccata e vestita con mini e top in pelle e stivali al ginocchio.
"Finalmente a casa!" esclamo, unendomi alle altre.
Paola mi guarda con un sorrisetto. "Facci capire, noi siamo tutte in intimo e tu ti vesti?"
Mi guardo e, senza pensarci troppo, mi tolgo tutto restando solo in lingerie.
Mentre prendiamo il caffè tutte insieme, Maddy e Paola vogliono sapere tutti i dettagli della mia notte con Elisa.
Ridiamo complici, sapendo che quella sarà solo l'inizio di nuove esperienze e sorprese.

Paola nota che porto la sua collana.
"Tanya, ti piace davvero molto la mia collana."
"Sì. Difficile che la tolga."
"Bene, mi fa piacere. Ti spiegherò cosa rappresenta quel simbolo. Purtroppo, l'ultima volta che ci siamo viste non abbiamo avuto modo di parlarne perché sei dovuta tornare a casa. Ma adesso potremo conoscerci meglio."
Il viso di Paola si fa serio. Maddy, che era accanto a lei, si sposta per sedersi vicino a Elisa.
"Tanya, devo chiederti alcune cose, se posso."
"Certo, Paola."
"Sentendo Maddy ed Elisa parlare di te e di tutto quello che hai vissuto, ci sono due cose che non riesco ancora a comprendere del tutto. La prima riguarda la reazione che hai avuto con Franco, la sera in cui quel figlio di puttana ti ha messo le mani addosso. So che gli hai stritolato i testicoli dopo che ti ha trattata in quel modo. Cosa hai provato?"
"È stato un gesto istintivo. Nel momento in cui glieli stavo stritolando, sentivo come se provassi piacere nel vederlo soffrire."
"Piacere?"
"Sì, vederlo soffrire mi dava soddisfazione perché volevo vendicarmi di quello che mi aveva appena detto."
"Ok. E domenica, quando avevi lo stivale di Elisa sulla gamba e lo accarezzavi, cosa provavi?"
Con un gesto della mano, Paola fa cenno a Elisa di alzarsi e lasciare il soggiorno.
"Era bello accarezzare la pelle dello stivale. Sai bene quanto io ne vada pazza."
"Sì, lo so. Tanto che, appena arrivata oggi, li avevi già indossati."
Elisa rientra nel soggiorno vestita esattamente come la sera della mia festa. Paola, con un semplice cenno, le indica di mettersi accanto a lei.
"Che effetto ti fa vederla così?"
Mi eccito immediatamente nel vederla in pelle.
"Mi piace e mi eccita."
"Tanya, vieni qui davanti a Elisa e inginocchiati, per favore."
Mi alzo dalla poltrona e faccio come dice Paola, mentre lei scambia uno sguardo veloce con Maddy.
"Brava, cucciola. Ora metti le mani dietro la schiena."
Elisa mi fissa negli occhi, ma non riesco a decifrare il suo sguardo. Il soggiorno è immerso in un silenzio tombale.
"Tanya, cosa provi inginocchiata davanti a Elisa?"
"Sono un po' imbarazzata, se devo essere sincera."
"Guarda i suoi stivali, come sono belli. Da adesso rispondimi solo con la testa, senza parlare. Se c'è qualcosa che non ti senti di fare, dillo senza alcun problema. Intese?"
Annuisco.
"Tanya, baceresti gli stivali di Elisa?"
Guardo Paola, poi Elisa, ma entrambe restano impassibili.
"Tanya, ti ho fatto una domanda. Rispondimi, per favore. Baceresti gli stivali di Elisa?"
Annuisco, imbarazzata.
Elisa solleva leggermente un piede, porgendomi lo stivale.
"Fammi vedere come lo fai." dice Paola con tono serio.
Chiudo gli occhi e sfioro lo stivale di Elisa con le labbra.
Presa dall'eccitazione, inizio a baciarlo e leccarlo. Le mie mani tremano leggermente, sento il battito accelerare, ma qualcosa dentro di me inizia a scricchiolare. Paola si avvicina, poggiandomi una mano sulla testa, quasi a guidarmi nei miei movimenti. Sento un brivido lungo la schiena.
"Brava, cucciola. Guarda come ti piace." Il tono di Paola si fa più basso, ipnotico.
Continuo, ma dentro di me qualcosa cambia. Il piacere iniziale si trasforma in una sensazione strana, quasi di distacco. Il silenzio nella stanza diventa assordante. Mi sento osservata, vulnerabile.
Elisa non dice nulla. Quando alzo lo sguardo per incrociare i suoi occhi, non trovo la complicità che mi aspettavo. Il suo sguardo è distante, freddo.
Il nodo alla gola arriva improvviso. Un senso di disagio mi avvolge. Mi fermo, lasciando andare lo stivale dalle labbra. Mi sento improvvisamente nuda, esposta.
Mi alzo di scatto e corro in camera, chiudendomi dentro.
“ Ma che brava puttanella che sei. Guarda come ti piace adorare gli stivali della tua ragazza.”
Presa dall’udire quella parola infilo la punta tra le labbra simulando un pompino. Il mio clito è di marmo.
“ Nipotina sei davvero una troia succhia cazzi. Pensa se ora ci fosse un bel cazzo al posto di quello stivale. Lo leccheresti vero troia?”
Nonostante sono presa a leccare lo stivale annuisco in maniera vistosa.
Paola si avvicina e tirandomi giu le culotte tocca il foro del mio sedere che sentivo già umido.
Appena inserisce la prima falange senza ritegno ho un sussulto.
“ Brava la mia troia. Sentitela come ha risucchiato il mio dito dentro!”
Paola tira fuori il dito. Sputa sul mio foro e dopo averlo massaggiato sento che spinge con due dita che entrano provocandomi dolore.
Continuavo a leccare lo stivale di Elisa, mentre le labbra di Paola le sentivo a pochi cm dal mio orecchio.
“ Nipotina mia, ti farò diventare una troia peggio di noi tre messe insieme. Vedrai che non te ne pentirai amore mio.” Sento la lingua di Paola che come una dannata cerca di entrare nel mio orecchio.
Non resisto più e mi lascio andare a un orgasmo. Elisa appena vede che sto per venire unisce gli stivali sotto al mio clito che comincia a spruzzare sperma con non mai imbrattandoli tutti.
Il mio respiro è affannato.
“ Adesso da brava troia che sei, voglio che li fai tornare lucidi come se fossero appena usciti dalla scatola.”
Come un automa lecco ogni goccia di sperma dagli stivali ingoiandola e lasciandoli puliti come chiesto da Paola.
Elisa si alza senza degnarmi di uno sguardo lasciando ancora il soggiorno.
Quel gesto mi lascia in lacrime. Maddy porge delle salviettine a Paola per pulire le dita e si risiede sulla poltrona. Paola dopo essersi pulita mi accarezza la guancia e avvicinandosi mi da un bacio leggero.
Rimango impietrita con le lacrime che scorrono lungo le guance.
Appena Elisa rientra in soggiorno, mi alzo di scatto e vado a chiudermi a chiave dentro la camera dove inizio a piangere a dirotto.
Quando riesco a calmarmi, non sento nessuna voce. Nessuna delle tre è venuta a chiedermi come sto e cosa era successo.
Non riesco a capacitarmi di quello che è successo prima. Sto pensando solo a come mi sento umiliata di quella situazione. Mi sento sporca, più di quanto mi ci sono sentita in altri casi.
La paura di aver commesso qualcosa che avrebbe fatto perdermi Elisa è enorme.
Mentre le lacrime tornano ad uscire sento bussare alla porta.
“ Tany, amore. Ti prego aprimi.”
Elisa è venuta a cercarmi. Ho paura ad aprire.
“ Tany, ti prego amore mio. Sto male a sentirti così. Aprimi.”
Sono completamente nuda mi sono tolta tutto, parrucca compresa. Il mio viso è una maschera di trucco disfatto dalle lacrime.
Giro la chiave ma non apro la porta. Mi ributto sul letto rannicchiandomi.
Elisa entra e si siede di fianco a me. Sento la sua voce spezzata dal pianto.
“ Ti prego amore mio. Perdonami. Non voglio vederti così. Tany amore.”
Si butta su di me abbracciandomi e scoppiando a piangere anche lei.
“ Io non sono così” Riesco a dire tra le lacrime.
A Paola non è stato chiaro capire subito il mio turbamento. Solo quando viene a parlarmi, il suo sguardo cambia.
"Tanya, tutto bene?"
La sua voce è più morbida ora, meno autoritaria.
"Paola, io... non sono così. Non voglio essere così."
Lei inclina la testa, come se finalmente stesse iniziando a comprendere.
"Vuoi dire che non ti è piaciuto?"
Abbasso lo sguardo, cercando di ordinare i miei pensieri.
"Non è questo. Mi piace stare con Elisa. Mi piace quando sono io a volerlo. Ma quello che è successo prima... mi sono sentita esposta, vulnerabile. Non voglio che sia un gioco di potere, non voglio che qualcuno mi dica cosa fare."
Paola mi osserva in silenzio per qualche secondo. Poi annuisce.
"Capisco." Il suo tono è serio, ma privo di giudizio. "Quindi, se ho capito bene... non sei una sottomessa."
Alzo gli occhi su di lei e annuisco.
"No, non lo sono."
Per la prima volta, Paola appare riflessiva. Non mi guarda più con superiorità, ma con rispetto.
"Grazie per avermelo detto, Tanya." Dice infine. "È importante."
Mi sento sollevata. Forse, finalmente, mi ha capita davvero.
“ Tanya, posso immaginare a cosa stai pensando di me ora. Ma desidero parlarti in maniera seria. Non ti parlerò da sola perché siamo una famiglia e come giusto che sia, anche loro fanno parte del discorso.
Ti chiedo solo una cosa. Di lasciarmi finire il discorso senza interrompermi. Se ti faccio una domanda rispondi pure serenamente. Ok?”
“ Si Paola. Ok.”
“ Da stasera conoscerai cose di noi tre che non so quale effetto ti potranno fare. Quello che è successo prima, doveva servire a tutte noi per capire qualcosa di più di te e di come poterci relazionare con te in certi ambiti. E’ stato traumatico e l’ho visto, ma dovevo vedere fino a che punto ti saresti spinta. Ora me ne sono resa conto.”
Cosa devo conoscere di loro? Cosa mi nascondono ancora? Dovrò scappare? Sono in pericolo?
Elisa mi stringe.
“ Paola, mi sono resa conto di essere stata umiliata e di essermi umiliata anche per farvi vedere quanto importanti siete voi per me. Per farvi capire che io amo davvero Elisa e fino a che punto. Ma credo che mai più riuscirei a fare una cosa del genere sotto ordine. Se una cosa devo farla la faccio perché sento di volerla fare nella mia intimità con lei. Non perché ne sono obbligata.”
“Tanya, più parlo con te e più sono convinta del tuo essere unica. Sappilo! Però desidero da te ora una risposta più che sincera. Che idea ti sei fatta di me?”
“ Paola. Te, Maddy, Elisa. Siete tre donne che amano sottomettere. Paola, l’ho visto prima. Maddy, l’ho visto con Fausto quella sera in spiaggia. Elisa, amore. Non dimenticare domenica al ristorante e mentre facevamo l’amore per la prima volta.”
Tutte e tre si guardano come se io avessi bestemmiato o detto chissà cosa.
“ Tutto questo l’ho capito solo prima mentre piangevo in camera. Ho rimesso insieme alcuni pezzi. E se mi sbaglio sono pronta a scusarmi. Ma questa è l’impressione che mi avete dato. Io sottomessa? Non so neanche cosa sono. Come posso saperlo? Di certo la mia reazione non credo sia stata esemplare. Però Paola tu sei quella che ha più potere di tutte. Si vede da come ti relazioni con loro e loro con te. A volte comandi e a volte ti lasci venerare.”

Non vola una mosca. Ho fatto centro?



A presto con l’undicesimo capitolo.

Baci a tutti
Tanya Romano

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